Paolo Borsellino – la verità negata

Umberto Lucentini giornalista del “Giornale di Sicilia” è l’autore del libro “Paolo Borsellino – 1992 la verità negata” edizioni San Paolo (380 pag., 20,00 euro),ricorda quel fatidico 19 luglio di trent’anni fa quando Paolo Borsellino e gli uomini della scorta venivano uccisi dalla mafia in via D’Amelio, mentre si recava a trovare la madre.

Il libro è una raccolta di testimonianze dei familiari e amici del magistrato e non una semplice narrazione degli eventi a trent’anni dall’attentato costato la vita al magistrato e ai poliziotti della scorta Agostino Catalano, Vincenzo Limuli, Claudio Traina, Emanuele Loi, Walter Cosina ma vuole essere un atto di denuncia nei confronti di coloro che non hanno onorato l’esempio di Paolo Borsellino.

Il giornalista descrive i 57 giorni che trascorsero tra la morte di Giovanni Falcone, della moglie Francesca Morvillo e degli agenti della scorta fino all’attentato di via D’Amelio dove Paolo Borsellino perse la vita.

E’ una raccolta di ricordi dei figli Lucia, Fiammetta e Manfredi sempre accanto al padre in lotta contra la mafia. Nelle pagine si incontrano numerosi personaggi che hanno incontrato e lavorato con Paolo Borsellino del rapporto di amicizia con Giovanni Falcone, ricordando il giorno dell’attentato di Capaci e la frustrazione e il dolore provato dal magistrato nel vedere l’amico morire tra le sue braccia.

L’autore riporta in maniera minuziosa tutti i fatti successi tra il 23 Maggio e il 19 Luglio, due date che segnarono la vita della Sicilia e dell’intero paese. L’opera riporta non solo il sacrificio del magistrato Borsellino e del suo impegno ma le manipolazioni e le omissioni che hanno caratterizzato le inchieste sulla strage di via D’Amelio nonchè la delusione e l’ amarezza dei familiari e dei tanti amici.

Significativo il ricordo di Fiammetta Borsellino nel ricordare il padre descrivendolo come una persona buona di una bontà che riempiva la sua esistenza. Ciò che è rimasto ai figli è la sua umanità, la sua dolcezza ed il suo amore.

Fiammetta insieme al fratello Manfredi, alla sorella Lucia e alla madre Agnese, a trent’anni dalla tragica fine del padre e del marito aspettano giustizia e verità negata alla famiglia ed al popolo italiano.

La morte di Paolo Borsellino così come quella dell’amico e collega Giovanni Falcone sembrano aver dato una scossa ad una società addormentata e fatto intraprendere al Paese un cammino lungo e tortuoso che deve portare alla scoperta della verità.

Per non dimenticare le vittime di tutte le mafie ogni anno il 23 maggio viene celebrata la giornata per la legalità e il contrasto alla criminalità mafiosa. E’ diventata la giornata dell’impegno e della memoria.

La Sicilia descritta dal giornalista è una terra fatta di pianto, di dolore, di mafia, di poteri forti ma è fatta anche di persone come Paolo Borsellino dove la sua vita diventa testamento e memoria per le future generazioni.

Condividi:

Related posts